lunedì 16 gennaio 2017

Le rose si regalano dispari

La parola DRAGHI mi fa sempre venire in mente i libri di Dragonlance e una ragazza vestita di nero.
Nell'estate del millenovecentonovanta e rotti, noi adolescenti del segmento utilitarie Fiat davamo il Deleterio! su tutto, come Ceccarini il ramato nei campi, nel Ciclone di Pieraccioni. Era un intercalare ignorante che avevamo assorbito fra i cortili delle case popolari, in anticipo sul CheTeLoDicoAFare di Donnie Brasco, e che sembrava incastrarsi in ogni frase: "Il bar chiude alle 02.00?!?! Deleterio!!". "I tuoi hanno trovato i tuoi Le Ore nascosti dietro la lavatrice? Deleterio!"
Io mi ero preso la solita cotta per la ragazza di un mio amico. Mi capitava spesso, con le ragazze dei miei amici, più che altro per questioni geografiche: erano le più vicine e le meno difficili da avvicinare, in quegli anni impacciati di brufolazzi e tapparelle (cit).
Di solito la cotta mi passava in fretta, perchè le ragazze della mia età non erano particolarmente interessanti, almeno per me, ormoni a parte. Ma A. mi piaceva parecchio. Era diversa. Anzitutto aveva degli occhialoni tartarugati da maestra che la facevano sembrare più grande, e i capelli che le venivano giù dritti dai lati del viso, quasi a nasconderglielo. Vestiva con tessuti "popolari" ma impopolari in una scuola, come lana spessa, corda, vistosi bottoni, rammendi a vista, spillone in argento e madreperla. Me la ricordo sempre vestita di nero, e aveva una borsa che sembrava quella di una vecchia zia [ma arteriosclerotica].
Col mio amico, sembrava non avesse nulla in comune, a parte il fantasy, che io invece odiavo. Compravano insieme sulle bancherelle decine di libri, che poi leggevano e commentavano per interi pomeriggi sul divano fra una ravanata sotto la maglietta e l'altra. Oltre questo giocavano di ruolo, una volta alla settimana, dal cugino di lui.
Una volta invitarono anche me. C'erano anche altri ragazzi. Mi infilarono in un'avventura già cominciata, con la scheda di un altro. Un nano. Ci fermammo per la notte in un bosco. Accendemmo un fuoco. A. disse che lei non poteva dormire accanto a un nano, e si allontanò da qualche parte nel bosco, e io ci rimasi male. Il mattino seguente riprendemmo il cammino. La missione prevedeva di raggiungere un castello. Invece finimmo in un'imboscata. Il master, mi aveva spiegato il mio amico, usava spesso questo escamotage per creare un po' di tensione: faceva finire gli eroi in un'imboscata in cui sembrava impossibile uscirne vivi, e quando tutto sembrava perduto faceva spuntare dal nulla dei buoni, che arrivavano in aiuto come la cavalleria, e che mettevano in fuga i cattivi. Questa cavalleria veniva poi utilizzata per spiegare un pezzo dell'avventura o come proseguire o come trovare un certo artefatto.
Successe esattamente quello. I salvatori usciti dal nulla misero in fuga i cattivi. E poi ci dissero come raggiungere un castello. Partimmo per il castello. Ma trovammo un drago. Altro escamotage del master per aumentare l'adrenalina. Si trattava solo di aggirarlo senza fare rumore, senza essere visti. Facile.
Ma io partii all'attacco.
Il master mi avvertì: "Guarda che non avete una possibilità che è una, se attacchi. Ma zero assoluto"
L'amico disse: "No ma Andre non attacca, vero che hai detto una stronzata, vero che non lo attacchi Andre?"
A. disse seria: "Guarda che il drago è una creatura magica fortissima, personaggi del nostro livello non possono minimamente..."
E io dissi: "No, io voglio attaccarlo lo stesso". Non ricordo perchè lo feci, cosa speravo di ottenere, di sicuro fu una giocata sbagliata.
Il master si dovette inventare l'impossibile e l'inverosimile, per non sterminare l'intero gruppo.
I nostri personaggi si salvarono.
Ma io mi giocai per sempre A.

DRAGON PETS
Filler per 2-4 cacciatori di draghi, della durata di 20-35 minuti, di Christian Giove quello di Giochi sul Nostro Tavolo [se siete autori avete finalmente l'occasione di vendicarvi e bastonarlo nei commenti], e Paolo Cecchetto, edito da Pendragon e venduto a 24€ circa.
Di cosa si tratta.
Cacciare draghi non è mai stato così redditizio, così le lande si sono riempite di cercatori bramosi come quando c'era l'oro nel Klondike e le vacche erano tutte grasse.
Obiettivo dei cacciatori: accoppiare [e non accoppare] draghi maschio e femmina della stessa specie, perchè solo con le coppie si ottengono le monete d'oro [probabilmente l'idea è quella di venderli e creare nursery sforna draghetti]. Cinque le razze, illustrate in maniera molto simpatica.
A inizio partita si costruisce una griglia 4x4 pescando draghi dal mazzo, e si distribuiscono i token viola, arancio, grigio e giallo sul bordo come da figura.
Nel proprio turno è possibile svolgere da 1 a 4 azioni, rigorosamente nell'ordine:
1-fai tornare tutti i cacciatori con i draghi catturati
2-riempi gli spazi vuoti sulla griglia
3-ritira i dadi
4-piazza un cacciatore sulla griglia
Ricevuti i dadi si possono piazzare i cacciatori per "prenotare" un drago, con la formula intuitiva: se uso dado viola di valore 3 ---> piazzo il cacciatore sul terzo drago della colonna viola.
Vi sono 4 dadi colorati D6 [viola, arancio, grigio e giallo] + 1 dado bianco con valori 2-2-3-3-4-4
Il dado bianco può essere speso per aumentare o diminuire il valore di un dado colore.
Catturati due draghi maschio e femmina della stessa specie si ottengono tante monete quante quelle rappresentate sulla creatura di maggior valore.
A fine partita si contano le monete, si aggiungono 5 monete se si è completato il set di tutte e 5 le razze, e si scalano le monete rappresentate sui draghi avanzati davanti ai giocatori.

Sottopongo con un po' di timore il cacciadraghi a ErProsciuttaro e Melonia, con un po' di timore perchè è un filo calcoloso sul cosa prendere per sè e cosa lasciare agli altri, e la mistress del filler non è tanto per questi titoli, ed ha il vaffandrea facile.
Le illustrazioni mi vengono in aiuto, aprendo una backdoor nella sua diffidenza: apparecchio, spiego con grandi cucchiaiate di "Sono quattro semplici regole" e cominciamo.
A dispetto dei draghetti da carnevale cinese il rigido ordine delle azioni forza un minimo di pianificazione, e incentiva le giocate parassitiche [ti lascio solo i dadi che non puoi usare in modo da far spendere a te la moneta del rilancio, rilancio del quale beneficio anch'io]. ErProsciuttaro noto per un tunnel carpale offeso da bambino e in grado di ottenere un totale di 2 rollando 3 dadi, se la ghigna, perchè ha già capito che sarà primo sul percorso punti.
La prima partita finisce un po' all'improvviso, con gran salasso di draghi senza compagna [vince ErPro].
La seconda la giochiamo più maliziosa, esasperando il reroll del dado, e vince di nuovo ErPro completando anche il set di 5 razze diverse.
Giochino leggero, che come detto a Chrys non rivoluziona il mondo dei giochi da tavolo, ma riesce comunque a metter giù in una ventina di minuti un po' di cattiveria fra i giocatori, con qualche conto sui dadi e sulle carte.
Provato con Francy si rivela piacevole anche in due.
Draghi e rose nere
Qualche tempo dopo A. e il mio amico si lasciarono. E quella stessa settimana, il sabato pomeriggio da una cabina poco distante da casa sua, io le telefonai per invitarla a prendere un caffè e parlare.
Lei mi rispose: "Sì, Andre, ma devi darmi almeno un'ora".
"Okay"

Avevo un'ora.

Entrai in un negozio di fiori. La fioraia mi disse: "Le rose si regalano dispari". Per non sbagliare ne comprai una. Rossa. Poi, mentre aspettavo su una panchina con la rosa, mi venne un'idea del cazzo. Entrai in una ferramenta e comprai una bomboletta di vernice spray nera. Tolsi la velina. E spruzzai la rosa, verniciandola completamente.
La rosa nera le sarebbe piaciuta.
Era gotica, evocava la magia e forse anche un po' "fantasy" [....]
Non calcolai i tempi, nè che la rosa avrebbe patito.
La corolla della rosa si afflosciò fradicia. Ritagliai una striscia di cartone e ce la appoggiai sopra per evitare che si staccasse del tutto. La rosa si incollò al cartone. Sembrava una natura morta, ma di quelle morte male. Il tempo passava e non sapevo più se presentarmi con la rosa nera incollata morta sul cartone oppure no. Alla fine, cinque minuti prima di andare da lei, la buttai nell'immondizia.
Mi presentai sotto casa sua. Avevo le mani appiccicose perchè avevo cercato di raddrizzare e tener su la rosa, e mi sembrava di puzzare di vernice. Lei non disse niente.
Andammo a prendere un caffè. E passammo il pomeriggio insieme.
Ma non ci fu altro. Nient'altro. Mai.
Da nano, mi ero giocato per sempre quella principessa attaccando il drago, pensando di soffiarla a un bardo senza qualità.
E la rosa rossa era diventata nera, io l'avevo fatta diventare nera, con una giocata sbagliata.


Trovate altri draghi e rose nere sfiorite su Magic Merchant

12 commenti:

  1. stat rosa pristina nomine...
    Bel pezzo! Carini i draghetti di Chrys.
    Buona giornata Andre,
    Donato

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  2. Come sempre ne sai a pacchi :)
    ...però se fossi stato il master ti avrei incenerito in un NANOsecondo, picchiandoti poi selvaggiamente anche dal vivo :)

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  3. Salti mortali del Master per salvare il gruppo? Ceeeerto (che no :-) )!
    Bel pezzo Dado, come sempre

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  4. Non lo sapevi ancora, ma saresti diventato bardo col tempo e questo blog ne è la dimostrazione.

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  5. Dragon Pets lo devo assolutamente provare. Per la storia delle rose... Anche a me una fioraia mi disse: "Le rose si regalano dispari".
    E io, da buon ragazzino squattrinato che doveva conquistare la ragazzetta di turno, dissi: "La terza me la paga lei?"
    Di colpo due andarono benissimo.

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  6. L'amarezza è il tuo tratto distintivo come il laying on hands del Paladin al D&D...

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  7. Se son rose fioriranno...

    A meno di spruzzarle con lo spray

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