venerdì 16 ottobre 2015

Living in America


Siamo discriminati, noi del Gratta e vinci, da voi, miscredenti del cazzo, uomini grigi peggio che Momo, senza sogni, che pensate debba sempre toccare agli altri.
No! Toccherà anche a noi! E' matematico, lo dicono i numeri ritardatari sulle ruote del lotto, il mitico 34 sulla ruota di Cagliari. E per quanto difficile da credere: il Gratta e Vinci buono è quello da 20 euro, altro che crisi.
UBERMILIARDARIO, una spanna sopra tutti gli altri superlativi cazzolunghisti: SUPERMILIARDARIO, MEGAMILIARDARIO, GIGAMILIARDARIO, milioni e milionari non sono contemplati, perchè noi si pensa in grande, noi si vola sopra le nuvole, mica abbastano le briciole e le pizza e fichi.
Noi siamo il vero sogno americano, noi che viviamo beati dei nostri contratti CoCoCo e ci incazziamo per lo Speedtest a 2mb, che ci manca la rivoltella sotto il cuscino però cacciamo fuori il crick per un parcheggio, noi che ripetiamo che la giustizia dovrebbe essere uguale per tutti e poi non paghiamo il canone rai giustificandosi "Che mi tolgano la pubblicità, allora!". Soprattutto noi del 6 al superenalotto: un dado da 620.000.000 di facce, che è più facile essere colpiti da un asteroide o due volte da un fulmine, NOI, che facciamo le pulci ai giochi german asimmetrici non bilanciati al micron e poi viviamo la nostra vita "american", credendo di svoltare da PRECARI PER SEMPRE a TURISTI PER SEMPRE grattando l'argento con una monetina.

Eppure la natura ci insegna sia sui monti sia a valle, che si po' nasce bruchi pe' diventà farfalle
Tre mani diversamente pelose strette a pugno e ripiene di dadi, si incontrano centro tavolo, e non è una barzelletta. I pugni si sciolgono, liberando i randomizzatori D6, in uno scrosciare di rimbalzi e salterelli.
Si divide il bottino, uno a me uno a te, perchè in Troyes si pesca tutti dallo stesso sacchetto, come si mangiava una volta la polenta, rovesciandola sulla tavola di legno e attaccandola tutti insieme col cucchiaio, a chi arrivava prima alla salsiccia al centro.
Il monte-salciccia da scalare sono ancora i maledetti punti vittoria, che non ci bastano mai, altro che 'ste insalate di punti da anoressica, a noi ci vorrebbero le lasagne di punti, le braciolate di punti con patate di maggioranza avvolte nel stagnola e condite col burro fuso, Epic Meeple Time: teglie di double cheese burgundy and more bacon strips.
La questione è quindi domare i dadi, e quale luogo migliore della casa del Vichingo, dopo il solito bicchiere di acqua e menta al baretto malfamato nel quale un giorno ritroveranno i nostri cadaveri sfigurati.
Di difficile reperibilità, Troyes, ancora per gentile concessione del Vichingo, che ce lo propone nella lingua di Kafka affinchè l'esperienza risulti surreale e paradossale. 

Troyes
Redbairon e Vichingo sono veterani del titolo, così il Vichingo me lo spiega a mo'di Paolo Bitta, senza stare a menare il camper l'aia: "Dado l'ambientazione se ti interessa te la vai a leggere domani sulla Tana".
L'illustratore è Alexandre Roche, quello di The Golden Ages e Bruxelles, che ha uno di quei tratti che o ti fanno gridare al miracolo o al disegnato da un bambino di 3 anni coi piedi. A me l'artista piace, certo che l'iconografia e i rimandi al giocatore sono tipo micio appeso ai coglioni.
Redbairon fa saltare via il tappo della Leffe e riempie i bicchieri.
"Sciacquatevi la bocca quando vi mettete al tavolo con Redbairon" ci dice Red cozzando i rispettivi cristalli, e parlando in terza persona con la solita arroganza che lo contraddistingue
"Che vinca il migliore" gli rispondo
"Lo farò" replica lui con una risata sguaiata
"Piano" lo prega Viking "Che svegli il bambino di là"
"Per quel che mi frega" risponde ancora lui attaccando una caccola su uno dei meeple di Vik.

A inizio turno si determinano le carte eventi, corvi sotto forma di dadi neri emissari del demonio, che costringono a spendere parte di quanto rollato, e di lì in poi è tutta salita.
Si cerca di imbrigliare l'alea, perchè Troyes sembra offrire tutti gli strumenti per farlo (oppure è un gran bugiardo): punti influenza per correggere il dado, rifinirlo, ribaltarlo, tutti i dadi a portata di zampa compresi quelli degli avversari che manco possono metterci il becco, e tanti modi di riciclare persino i micragnosi 1 e 2.
Il gioco richiede una certa dose di flessibilità e la capacità di prendersi il meglio possibile dal turno, perchè la pianificazione sulla media distanza è complicata e sulla lunga direi quasi impossibile.
Il punto è ancora una volta la nostra bulimia ludica, e la nostra tendenza a deformare i giochi fino a renderli una bestia in mezzo fra l' unicorno e la chimera: li vogliamo coi dadi MA non american sbracati, che siano fondamentalmente german, tattici, ma con un dado randomizzante, sì randomizzante ma non troppo, controllabile anche se non al 100%, un gioco coi dadi nel quale non ci si possa però lamentare dell'alea dei dadi....
Si parte, fra un insulto e l'altro di Red, che apostrofa Viking "Eterno Toto Cutugno" e il sottoscritto "Ultima ruota del carro, anzi meno: il paraspruzzi vicino alla ruota".
Ci si sparpaglia fra Palazzo, Vescovado e Municipio, per non tralasciar nulla.
Viking riesce a metter su un motore di monete che si alimenta da solo, mentre Red fa cassa spolpando le carte evento a grappoli di tre. Io gioco soprattutto sui dadi gialli indebitandomi con gli strozzini per averli tutti.
Come piano B ho la maggioranza in Cattedrale, obiettivo che conto di risolvere facilmente vista l'indifferenza dei soci per l'edificio.
La paralisi d'analisi viene a sedersi come quarto giocatore. Vik prepara un secondo caffè e mette in tavola patatine e amaretti morbidi, che stemperano un po' il clima da finale Karpov vs Kasparov.
La partita si trascina fino all'ultimo decisivo turno. Viking rolla male, il peggio che potrebbe rollare con quello che ha in mano, e si becca ancora lo scherno dell'antipatico Red, che appicca pure l'ultima caccola sul meeple bersaglio, col risultato finale di un cappellino oggettivamente ben fatto.
Viking ottimizza con quello che ha, io mi spendo pure i risparmi della nonna, Red cala l'intera mano.
E alla conta dei punti, contro qualsiasi previsione, è Viking a vincere, io secondo e Red terzo a distanza.
"Grande Vik!!" mi congratulo offrendogli il cristallo per il prosit.
"Toto Cutugno" mi aspostrofa il Vichingo, "E tu invece Red: paraspruzzi"

Ecco noi semo quella razza che l'è fra le più strane, che bruchi semo nati e bruchi si rimane
E si ritorna, belve nella notte, alla finta ricerca del letto e del sonno per il giorno dopo, incapaci però di dormire, ancora una volta prigionieri del dubbio del dado.
Perchè inseguiamo una creatura mitologica, un cosmopavone impossibile, e siamo vittime della nostra stessa balena bianca, ipercritici come gli umarell davanti ai cantieri, ingannati da una vita da burattini che attendono una fata turchina morta sull'asfalto.
E così allunghiamo la strada del ritorno, continuando a frugare i controviali con gli anabbaglianti, fra orbite iniettate di sangue dei semafori e prostitute mistiche.

Gran bel gioco, Troyes, comunque lo guardi.
Bellissimo.

12 commenti:

  1. Nota:
    le citazioni "Noi siamo quella razza" sono del film "Berlinguer ti voglio bene"

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  2. E succede così, che a cercare il gioco perfetto di dadi dove non puoi azzardati a dare la colpa ai dadi si approda al sublime backgammon che è l'azzardo elegante e perfetto, ed i gratta e Vinci son carta straccia al confronto.

    Dicono poi che lo stato interviene preoccupato sull'azzardo se crea disordine e troppe farfalle perdono le ali e troppi bruchi diventano nouveaux papillons.

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  3. Non ho avuto ancora il piacere di giocarci ma dopo il video di alkyla, la tua recensione... e qualche info sul web... mi sa che devo recuperarlo questo mini-cinghiale dadoso.... che è un super classico...

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  4. È buono sto cinghiale (nemmeno tanto setoloso)...consiglio a tutti di provarlo!
    Adesso però ho un dubbio: c'è qualcuno che ha provato l'espansione e sa dirmi se vale la pena di prenderla?

    P.s.: Un mega Grazie ad AGZ che me l'ha ceduto.

    Viking

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  5. Le dame ci hanno sempre incuriosito ma in fondo il gioco ha già una tale pprofondità e rigiocabilità da non renderla necessaria. Gioco super per noi

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  6. Per me il miglior gioco di gestione dadi..... bello bello.
    paraspruzzi....... -;)
    redbairon

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  7. Troyes uno dei miei preferiti
    """ipercritici come gli umarell davanti ai cantieri""" hhahahaha

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  8. Ciao Dado.
    Avendo già Marco Polo e giocatolo tanto consigli anche Troyes?
    Complimenti per il blog!

    @lil

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    1. Stesso genere ma sufficientemene diversi per averli entrambi.
      Ti consiglio di provare anche Signorie: molto valido!
      Ciao ^_^

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  9. ma perché nelle sue recensioni, Azgaruth elogia sempre giochi che poi vende???

    Carta

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  10. Gioco saldamente nella mia top 5 in mezzo a classici del tipo agricola puerto rico caylus el grande. Adoro il genere e trovo che sia il top tra tutti. Alla caccola sul meeple sono morto. Al cappellino di caccola sono risorto e rimorto. Grande Andre!

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